Elena Germani Psicologa e Psicoterapeuta del Benessere

“Dopo aver vissuto quella esperienza, sento di essere cambiato e non mi riconosco più. Riuscirò mai a tornare come ero prima?”

Un evento negativo può influenzare profondamente noi stessi e il nostro modo di essere. A volte per superare ciò che ci è accaduto occorre poco tempo. Altre volte è necessario molto più tempo e anche un aiuto esterno.

Si parla in questi casi di “trauma” e “situazioni traumatiche”. Vediamo di cosa si tratta.

 

Cos’è un trauma?

Nella vita di tutti i giorni siamo sottoposti ad eventi più o meno stressanti. Pensiamo per esempio alla scocciatura di perdere un treno e quindi di ritardare un appuntamento. Oppure al capo che chiede con urgenza un lavoro che ci farà uscire tardi dal lavoro. Oppure alla perdita di una persona cara. Fino ad arrivare ad eventi molto gravi, causati dall’uomo o da calamità naturali particolarmente rilevanti, come attacchi terroristici oppure terremoti. In questi ultimi casi non si parla di “eventi stressanti” ma piuttosto di “eventi traumatici”.

Stress, paura, inquietudine, difficoltà ad addormentarsi, sensazione di non sentirsi al sicuro, pensieri ricorrenti rispetto all’accaduto, emozioni intense e travolgenti… sono tutte reazioni tipiche che ogni persona sperimenta quando ha vissuto una situazione traumatica.

 

Cosa si intende per trauma in psicologia

Solitamente quando le persone parlano di “traumi”, pensano a quelli che in psicologia sono chiamati “traumi con la T maiuscola”. Si tratta di eventi improvvisi e imprevedibili, con una portata tale da impedire alla persona di utilizzare i normali meccanismi di elaborazione psicologica per reagire ad essi. In questo senso, una situazione si definisce traumatica quando la persona vive un senso di impotenza e di perdita di controllo della propria vita. La persona percepisce che nella propria esistenza ci siano un prima e un dopo, dettati con forza dall’evento doloroso.

Quindi i “traumi con la T maiuscola” sono eventi singoli (per esempio aggressioni, molestie, incidenti, abusi, diagnosi di malattie, lutti non risolti) generalmente non prevedibili, che irrompono nella vita di una persona portando una profonda frattura rispetto al passato. La portata di tale situazione induce solitamente alla formazione di pensieri negativi e altamente invalidanti su se stessi. Per esempio: “Non valgo niente”, “Non posso più fidarmi”, “Me lo sono meritato”, “Non posso più essere una persona amabile”. Questi pensieri contribuiscono a generare malessere, inquietudine e difficoltà nel condurre una tranquilla vita relazionale.

Se l’impatto di questi eventi è stato molto forte, il normale sistema di elaborazione del cervello potrebbe non riuscire a far fronte all’accaduto. Di conseguenza, è possibile che i sintomi si cronicizzino dando vita al Disturbo Post-traumatico da Stress.

 

Esistono poi altre condizioni, dette “traumi con la t minuscola”. Si tratta di esperienze potenzialmente traumatiche. Sono ferite relazionali che hanno caratterizzato la persona nella sua infanzia come forme di grave trascuratezza emotiva, maltrattamento, abuso o violenza assistita. Questi casi non sono fenomeni che irrompono in maniera improvvisa nella vita di una persona. Piuttosto si tratta di una condizione di cronicità che accompagna le relazioni più significative di una persona nella sua infanzia. In conseguenza della cronicità e della natura intima e familiare, questi “traumi” possono portare nel tempo a costruirsi un’immagine di sé come estremamente negativa. Ci si può sentire sbagliati, inadeguati, sempre in colpa… senza però riuscire a capire l’origine di tali pensieri.

I traumi legati alle relazioni familiari sono meno evidenti da cogliere rispetto ad una situazione esterna. Tuttavia la loro portata in termini di impatto sul benessere psicologico è notevole poiché toccano il centro delle relazioni basilari di una persona. “Traumi con la t minuscola” possono sfociare in comportamenti psicopatologici in età adulta come ad esempio depressione o disturbi alimentari e disturbi che contribuiscono a fortificare l’immagine negativa di sé.

 

Quali possono essere gli eventi identificabili come traumi

Consideriamo quindi “traumi” tutte quelle situazioni in cui un soggetto sperimenta un senso di perdita di controllo sulla propria vita e di impotenza. Di seguito indico una breve carrellata di eventi che generalmente le ricerche sull’argomento identificano come traumatici:

  • Aggressione sia fisica sia psicologica: stalking, aggressioni a scopo di rapina, a scopo sessuale, aggressioni finalizzate a ledere fisicamente una persona, aggressioni da parte di “teppisti” o “malintenzionati”, aggressioni verbali.
  • Catastrofi naturali: alluvioni, terremoti, tsunami in cui il soggetto rimane coinvolto.
  • Gravi malattie sia a carico del soggetto stesso sia di una persona a lui cara.
  • Incidenti stradali
  • Maltrattamento soprattutto all’interno del contesto domestico.
  • Lutti: scomparsa di una persona cara soprattutto se in modo improvviso e inatteso.

In tutti questi casi, il soggetto prova sentimenti di impotenza, depressione, pensiero ricorrente di quanto successo, irritabilità, ansia, irrequietezza, insonnia, difficoltà a rimanere soli, incubi, stato di allerta, scarsa concentrazione, paura, evitamento di situazioni che ricordano l’evento.

Ricordiamo però che la portata dell’impatto traumatico dipende dalla personalità dell’individuo, dalla presenza di una rete di supporto e dal fatto che tali eventi siano singoli o ripetuti più volte nel corso del tempo.

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