Il tuo bambino non dorme o ha difficoltà nel riaddormentarsi? Contattami e proviamo a capirne i motivi per risolvere ogni problema!
La dicitura “problemi del sonno” fa riferimento ad una vasta gamma di problematiche: difficoltà nell’iniziare il sonno, problemi nel continuarlo, problemi misti, eccessiva sonnolenza, disturbi relativi a particolari fasi del sonno o difficoltà ad instaurare ritmi sonno-veglia…
Nel momento in cui si verifica la comparsa improvvisa di un disturbo del sonno in un bambino è necessario fare un’opportuna valutazione di eventuali eventi o problemi che potrebbero aver scatenato il problema.

LE CARATTERISTICHE DEL SONNO DEI BAMBINI
All’interno di ogni famiglia e di ogni sistema familiare, la regolazione dei ritmi sonno-veglia di un bambino è un tema sempre molto delicato. Ogni contesto familiare infatti ha un proprio livello di tolleranza alla mancanza (o meno) di sonno. A livello fisiologico ci sono dei meccanismi che regolano i passaggi dalla veglia al sonno. Tuttavia questi passaggi sono influenzati anche dai processi emotivi e affettivi nei quali è inserito il bambino. I genitori sono un modello per il bambino, grazie a scambi coerenti, regolari e prevedibili.
Il ritmo sonno-veglia è raggiunto dal bambino in genere intorno ai quattro mesi a causa dell’immaturità del suo sistema nervoso. Per questo motivo si può parlare di “problemi del sonno” solo a partire dai 4-5 mesi di età. A tutto questo si aggiungono le caratteristiche temperamentali del bambino che hanno influenza sulle sue relazioni coi genitori.
Il sonno dei bambini è suddivisibile in tre fasi a seconda delle caratteristiche che presentano:
- Presenza di ritmi respiratori e cardiaci regolari e assenza di movimenti corporei. Questo è definito “sonno quieto”
- Presenza di ritmi respiratori e cardiaci aumentati e presenza di movimenti corporei. Questo è chiamato “sonno attivo”
- Presenza di caratteristiche intermedie rispetto alle due fasi precedenti. Questo è il “sonno di transizione”

LE TAPPE DELLO SVILUPPO DEL SONNO NEI BAMBINI
- Fino a 3 mesi
Fino a questa età si parla di “esogestazione” ovvero la gestazione al di fuori del corpo materno. Fino a 3 mesi il bambino dipende in tutto dai genitori e non è adatto alla sopravvivenza dal punto di vista cognitivo, motorio e sociale. In questa fase, in genere, l’addormentamento avviene in braccio. Il neonato dorme dalle 16 alle 18 ore e si sveglia ogni 3 o 4 per mangiare.
- Dai 3 ai 6 mesi
In questi mesi il sonno del bambino si modifica e, verso i sei mesi, si verifica il passaggio dal sonno polifasico (caratterizzato da cicli di 4 ore) a periodi più lunghi. Questo è il periodo in cui il bambino instaura un ciclo sonno-veglia in accordo con l’alternanza giorno-notte.
- Dai 12 mesi
A partire dall’anno di età, le ore di sonno di riducono a 14-15 al giorno. Generalmente il bambino dorme in orario notturno con un riposino pomeridiano. Crescendo, il riposino si interrompe (verso i 3-4 anni) e, man mano, le ore di sonno si riducono fino a 10-12 al giorno. Al termine della scuola primaria, le ore di sonno si riducono ulteriormente.

QUALI SONO I PROBLEMI DEL SONNO NEI BAMBINI
Nella “Classificazione Internazionale dei Disturbi del Sonno: Manuale Diagnostico e di Codifica” sono indicate tre categorie di disturbi relativi al sonno:
- Dissonnie: come i risvegli notturni e/o le difficoltà ad addormentarsi o riaddormentarsi e/o l’eccessiva sonnolenza.
- Parasonnie: sono gli incubi (che causano difficoltà ad andare a letto), il pavor nocturnus (episodi di brusco risveglio che si manifestano come attacchi che si verificano con grida di paura), il disturbo da movimenti ritmici ripetitivi (es. cullarsi o battere la testa), il sonnambulismo e i risvegli confusionali.
- Disturbi associati a patologie medico-psichiatriche: come la sindrome da apnea notturna (il blocco della respirazione durante il sonno).
A proposito di bambini, anche se non è strettamente un problema del sonno, è necessario accennare anche al problema dell’enuresi. Si tratta della perdita involontaria e completa di urina durante il sonno per almeno due notti a settimana, in bambini di età superiore ai cinque anni. A volte è un periodo transitorio, mentre altre volte è un disturbo legato a difficoltà emotivo-relazionali. Un’altra problematica spesso rilevata è la presenza dei bambini nel letto coi genitori fino a tarda età (a volte anche in adolescenza) e il conseguente “trasferimento” di uno dei genitori nel letto del figlio.
In entrambi questi casi è utile rivolgersi ad uno specialista che possa aiutare ad individuare le difficoltà sottostanti e a risolvere il problema.
Una consulenza sui disturbi del sonno fa al caso tue se:
- Tuo figlio ha difficoltà ad addormentarsi
- Tuo figlio presenta risvegli notturni frequenti e/o difficoltà a riaddormentarsi
- Tuo figlio presenta incubi e pavor nocturnus
- Tuo figlio manifesta paura del buio o altre paure collegate al sonno
- Tuo figlio soffre di enuresi notturna
- Tuo figlio non riesce a dormire nel proprio lettino