Elena Germani Psicologa e Psicoterapeuta del Benessere

Psicologia dell’età scolastica

L’ambito di intervento della psicologia scolastica è, come dice il nome, tutto ciò che concerne la scuola e le relative problematiche.
In generale, si può dire che l’intervento della psicologia scolastica è importante per sostenere il raggiungimento degli obiettivi formativi e favorire il benessere all’interno del contesto scolastico.
Gli interventi relativi a problematiche scolastiche possono essere svolti in studio con il singolo studente ma anche all’interno degli istituti scolastici su richesta del Dirigente o degli insegnanti.
Le attività che molto spesso sono richieste e svolte all’interno degli istituti scolastici sono:

  • Interventi relativi alle variabili socio-relazionali, motivazionali ed emotivo-affettive del gruppo classe;
  • Interventi relativi all’integrazione di alunni con bisogni educativi speciali;
  • Interventi relativi al disagio e alla dispersione scolastica degli alunni;
  • Interventi di prevenzione delle devianze;
  • Interventi relativi all’educazione socio-affettiva e sessuale;
  • Interventi relativi all’organizzazione scolastica;

Potete contattarmi sia individualmente sia per pianificare interventi a livello di gruppo classe o di istituto scolastico.

Identificazione precoce e prevenzione dei disturbi dell’apprendimento

In generale, prevenire lo sviluppo di un disturbo (o individuarlo nelle sue prime fasi) permette di intervenire precocemente e limitare il più possibile i danni. L’intervento precoce è ancora più importante quando si parla di bambini perché “comprendere comportamenti e difficoltà della prima e seconda infanzia è una priorità per costruire la Società del futuro”.

Cosa sono i DSA

DSA è l’acronimo di Disturbi Specifici dell’Apprendimento. Sono delle difficoltà nell’acquisizione della letto-scrittura e del calcolo. Secondo il DSM-V, si distinguono in:

  • Dislessia: la difficoltà a leggere in modo accurato e fluente un testo con velocità e correttezza.
  • Disgrafia: difficoltà della scrittura nel riprodurre segni alfabetici e numerici.
  • Disortografia: difficoltà ad apprendere le regole grammaticali e a scrivere in modo corretto.
  • Discalculia: difficoltà nei numeri, nell’eseguire calcoli e a compiere compiti aritmetici.

I soggetti che hanno una diagnosi di DSA sono normodotati o hanno un’intelligenza superiore alla media. Per questo, trattandosi di bambini intelligenti, sono consapevoli delle proprie difficoltà e dell’esposizione a esperienze di insuccesso e a vissuti di autosvalutazione.
Quando si fa una diagnosi di DSA è importante differenziare i possibili effetti secondari derivanti da disturbi della vista, dell’udito e dal deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Non c’è ancora una vera comprensione dei motivi sottostanti allo sviluppo di questi disturbi: spesso di parla di influenze genetiche ma, in verità, non sono stati individuati i presunti geni responsabili del disturbo.

Come lavoro

Il lavoro di identificazione precoce e prevenzione dei DSA si svolge in due fasi:

  1. Il primo step prevede la somministrazione al bambino di test (disegni) in cui vengono indagate le funzioni implicate nei processi di acquisizione della letto-scrittura.
  2. In base ai risultati ottenuti, la seconda parte del lavoro prevede la proposta al bambino di attività di potenziamento a carattere ludico.

In questo modo si aiuta il bambino a superare eventuali difficoltà funzionali prima dell’ingresso nella scuola primaria.

A chi si rivolge

L’attività di screening e il laboratorio di potenziamento sono rivolti a bambini da 3 anni e 8 mesi fino ai 7/8 anni, ovvero dal secondo anno della scuola dell’infanzia fino al secondo anno della scuola primaria.

Lo screening e l’attività laboratoriale possono essere richiesti e attivati anche all’interno delle scuole sull’intero gruppo classe.

Valutazione e Certificazione DSA

Mi occupo anche di valutazione e certificazioni dei disturbi dell’apprendimento.
In Regione Lombardia possono rilasciare certificazioni solo equipe autorizzate dall’ASST di zona. In questo senso, faccio parte di una equipe autorizzata presso l’ASST di Brescia.

Cosa dice la normativa

La Legge 170/2010Nuove norme in materia di disturbi specifici dell’apprendimento in ambito scolastico” contiene le Linee Guida per i criteri diagnostici e per gli interventi.
Le Linee Guida sostengono che sia possibile porre diagnosi di dislessia, disgrafia, disortografia solo a partire dalla fine del secondo anno di scuola primaria e di discalculia dal terzo. È facile capire quanto questo ritardo nell’intervento abbia conseguenze pesanti sul piano sia comportamentale sia psicologico del bambino.
A seguito della diagnosi, la scuola deve stendere un Piano Didattico Personalizzato e vengono messi in campo per il bambino una serie di interventi differenziati.
Il D.M. 17/04/2013 “Linee guida per la predisposizione dei protocolli regionali per le attività di individuazione precoce dei casi sospetti di DSA” colloca nella scuola dell’infanzia il momento in cui far partire la rilevazione delle difficoltà. Inoltre lo stesso D.M. evidenzia la necessità di predisporre attività educative e didattiche specifiche in merito.
Infatti fattore positivo per i bambini con DSA risulta essere la precocità della diagnosi e l’intervento abilitativo/riabilitativo effettuato per tempo. Come evidenziato da diverse ricerche e studi longitudinali, l’individuazione e l’intervento precoce possono infatti determinare positivamente l’evoluzione del disturbo (Baker e Smith, 1999; Jackson et al., 1999; Byrne et al., 2000; Morris et al.,  2000; Schneider et al., 2000).
Per questo, nonostante sia possibile effettuare diagnosi di DSA solo quando il bambino è esposto all’istruzione sistematica di lettura, scrittura e calcolo, è possibile condurre indagini per rilevare difficoltà dell’apprendimento nell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. L’identificazione precoce dei DSA deve intendersi come individuazione dei soggetti a rischio DSA (Linee Guida Stato Regioni, 2013).