Elena Germani Psicologa e Psicoterapeuta del Benessere

Tra pochi mesi tornerò al lavoro dopo la mia seconda gravidanza. Sono preoccupata perché già adesso quando mi assento per poco tempo, Arianna piange. Cerco di uscire senza farmi vedere e per i primi momenti va tutto bene. Però quando la bambina si accorge che non ci sono più, scoppia a piangere disperatamente. Anche oggi, sono uscita un’ora per andare dal medico e quando sono tornata ho trovato Arianna in lacrime e disperata. Mia mamma stava per chiamarmi e dirmi di tornare! Come fare? Non posso tornare al lavoro col pensiero che a casa la bambina piange in continuazione!
Antonella

 

Antonella mi ha scritto su Instagram per chiedermi un consiglio. Ovviamente non conoscendo di persona nè Antonella nè la sua bambina posso solo fare qualche ipotesi generale. Però questo messaggio mi ha dato la possibilità di riflettere su alcuni punti che  mi sembra interessante condividere.

Innanzitutto, questa di Antonella è una situazione abbastanza comune. Molti genitori lasciano i figli coi nonni o con la baby-sitter quando vanno al lavoro o hanno qualche impegno. È anche altrettanto frequente che il bambino pianga quando il genitore se ne va. Per questo capita spesso ciò che racconta Antonella: chi deve tenere il bambino suggerisce al genitore di “sgattaiolare” fuori mentre il piccolo è distratto o sta giocando. Questo suggerimento deriva dall’idea che in questo modo il distacco sarà meno doloroso per il bambino.  In realtà non è così.

Solitamente accade che, dopo qualche minuto, il bambino si guarderà intorno cercando il genitore che fino a poco prima era lì e che ora non c’è più. È facile immaginare che il bambino scoppierà a piangere: la sua mamma è sparita. I nonni o la baby-sitter proveranno a consolarlo e a distrarlo ma non sarà cosa facile. Non sarà così facile fargli capire che la mamma è solo uscita senza salutarlo ma che poi tornerà.

Mettersi nei panni del bambino

Provate a mettervi nei panni del bambino: state parlando con vostro marito/moglie, vi girate un attimo a fare una cosa e, quando vi rigirate, non trovate più nessuno. Certo, un adulto non si metterebbe a piangere, ma probabilmente si arrabbierebbe o ci rimarrebbe male. Comunque la si voglia mettere, non sarebbe “felice” della situazione e del comportamento dell’altra persona.

Il consiglio che mi sento di dare è quello di essere “trasparenti” con i bambini, quindi di salutarli sempre prima di uscire. Probabilmente c’è il rischio di provocare una crisi di pianto sul momento ma pian piano il bambino imparerà a gestire le proprie emozioni. Imparerà che la mamma va via ma poi torna e non che “scompare” improvvisamente per poi, altrettanto improvvisamente, riapparire.

Staccarsi è un processo da imparare

Imparare a staccarsi dal genitore è un processo che tutti i bambini col tempo apprendono, ma possiamo rendere questo passaggio più sereno con qualche accorgimento. Tanti genitori di trovano in questa situazione quando accompagnano il figlio a scuola. Ne avevo parlato qui.

Vediamo qualche piccolo suggerimento.

Innanzitutto è bene procedere gradualmente. Questo significa iniziare ad allontanarsi per periodi brevi e poi piano piano aumentare il tempo di assenza. Iniziamo a lasciarlo giusto il tempo di fare piccole commissioni, per esempio mezz’oretta per andare a prendere il pane. Poi gradatamente lasciamolo per periodi più lunghi, magari una o due ore. E così via.

Chiediamo poi a chi rimane col bambino di proporgli attività interessanti che lo coinvolgano così da far passare il tempo velocemente: per esempio andare al parco, se è una bella giornata, oppure dipingere con le tempere, se al bambino piace.

Altra cosa importante è la serenità del genitore. I bambini percepiscono emozioni e sentimenti delle persone a loro vicine. Non c’è bisogno di esprimerlo. I bambini se ne accorgono! Se il bambino sente la preoccupazione della mamma, percepirà che c’è un pericolo da qualche parte. Quando usciamo, quindi, facciamolo col sorriso. Il nostro comportamento non verbale deve trasmettere al bambino che siamo tranquilli e che non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Anche quando rientriamo, dobbiamo essere sorridenti: siamo felici di ritrovarci col nostro piccolo! È importante raccontare al bambino ciò che abbiamo fatto e chiedere lo stesso a lui: come ha trascorso il tempo? A cosa ha giocato? Si è divertito? Ha imparato qualcosa di nuovo?

Può essere utile anche creare un piccolo rituale con il bambino. Per esempio, salutarsi con un bacio e un abbraccio oppure stringersi forte e dire al bambino che al ritorno gli daremo un grande bacio. Il rituale diventa qualcosa che identifichi il momento in cui la mamma deve andare ma che poi ritornerà. I rituali sono qualcosa di conosciuto quindi di rassicurante per il bambino.

Sicuramente per i primi tempi il bambino piangerà ma pian piano succederà sempre meno e avrà fiducia nel ritorno del genitore. Questo renderà meno difficile anche l’inserimento al nido o alla scuola dell’infanzia.

Ovviamente ogni situazione è a sè e andrebbe valutata nello specifico. Questo articolo è una riflessione ad altra voce tra me e me in merito al messaggio ricevuto da questa ragazza.

Sarei felice di sapere cosa ne pensi, se anche tu hai vissuto una situazione simile e cosa hai fatto.