Elena Germani Psicologa e Psicoterapeuta del Benessere

L’EMDR si utilizza nel trattamento di psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici sia a esperienze comuni ma emotivamente stressanti

Come è nato l’EMDR

L’EMDR è stato sviluppato negli Stati Uniti da Franzine Shapiro. La Shapiro si accorse che i livelli di ansia e preoccupazione legati ad una questione che la affliggeva diminuivano se, pensando al problema, spostava lo sguardo su punti opposti del campo visivo. Il metodo fu poi approfondito soprattutto dalla fine degli anni ‘80 in poi.
Il trattamento fu applicato ai veterani del Vietnam e alle vittime di aggressioni sessuali. Si rilevò che, grazie all’EMDR, vi era una notevole riduzione dei sintomi del Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD).

Negli ultimi anni sono stati condotti molti studi che hanno dimostrato come l’EMDR sia efficace su tutti i tipi di trauma, da quelli di minore entità fino al PTSD. Per quest’ultimo, l’EMDR è indicato come terapia d’elezione a livello internazionale. Le ricerche scientifiche rilevano che quasi la totalità (84-90%) delle vittime di un trauma singolo non manifesta più sintomi dopo 3 sedute.

I riconoscimenti internazionali

Nel 2013 l’EMDR è stato riconosciuto dall’OMS come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi correlati. Inoltre è stato confermato efficace dall’Associazione degli Psichiatri Americani, dall’Associazione degli Psicologi Americani e da molti servizi europei della salute (Gran Bretagna, Francia, Svezia, Paesi Bassi).

Come funziona l’EMDR

Con l’EMDR si rielabora il ricordo di traumi ed eventi stressanti. Rielaborare non vuol dire dimenticare o cancellare. L’EMDR infatti non è una tecnica di ipnosi: il soggetto rimane cosciente durante l’intera seduta. Rielaborare significa che il soggetto potrà pensare all’episodio senza provare le sensazioni negative fisiche e psichiche associate fino a quel momento all’evento.
L’EMDR utilizza i movimenti oculari alternati o altre forme di stimolazione per una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali. L’applicazione dell’EMDR prevede che la persona acceda al materiale traumatico non elaborato e rimetta in moto l’elaborazione “inceppata”. L’applicazione avviene secondo un protocollo ben definito e strutturato in 8 fasi.

La fase di preparazione

Per prima cosa si indagano i problemi attuali, gli eventi passati disturbanti e gli obiettivi che il paziente vuole raggiungere. A questo punto, se si ritiene di lavorare con l’EMDR, il terapeuta mette a punto il piano terapeutico.
Si spiega al paziente in cosa consiste la tecnica e come funziona, avvicinandolo ai movimenti oculari (o al tapping).
Il paziente descrive in modo dettagliato l’evento: parte peggiore, pensiero negativo, immagine disturbante, emozioni e sensazioni corporee attivate dal ricordo. Infine, insieme al terapeuta si individua il pensiero positivo che si vorrebbe avere su sè stessi in relazione all’episodio negativo.

La fase rielaborativa

Dopo la fase di preparazione, si iniziano le stimolazioni bilaterali per l’elaborazione del ricordo dell’evento. Il terapeuta interrompe le stimolazioni ad intervalli regolari, per verificare che l’elaborazione stia proseguendo. Il paziente si concentra sugli elementi identificati nella fase precedente e nota cosa avviene dentro di sé:

  • pensieri,
  • sentimenti,
  • immagini,
  • sensazioni corporee.

Le stimolazioni proseguono fino alla risoluzione completa dell’esperienza negativa, cioè fino a quando il paziente non prova più fastidi pensando al ricordo.
Si procede poi con il consolidamento del pensiero positivo che il soggetto ha detto di voler avere di se stesso rispetto all’evento traumatico. Solitamente i pazienti alla fine di questa fase riferiscono:

  • riduzione del livello di disturbo,
  • maggior fiducia in se stessi,
  • stato di calma a livello emotivo e corporeo.

Le fasi di chiusura del protocollo e il post-seduta

In chiusura dell’incontro, si forniscono al paziente indicazioni per gestire:

  • eventuali rielaborazioni incomplete nelle quali non è stata completata la desensibilizzazione e il ricordo è ancora fastidioso;
  • il tempo fino alla seduta successiva durate il quale potrebbero emergere nuovi ricordi e verificarsi sogni particolari.

Nella seduta successiva, poi, si verificheranno i risultati raggiunti. Si valuterà se sia emerso nuovo materiale su cui è necessario lavorare oppure verranno consolidate le acquisizioni positive raggiunte.
Dopo una seduta EMDR, generalmente, il paziente riporta che lo stress emotivo, le reazioni e i sintomi relativi al ricordo dell’esperienza traumatica sono quasi completamente scomparsi o almeno fortemente diminuiti.

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