Elena Germani Psicologa e Psicoterapeuta del Benessere

Capita di frequente che famiglie con bambini piccoli attraversino periodi più o meno lunghi di “notti insonni” e poco riposanti. È il caso di quei bambini che al momento di fare la nanna non vogliono andare a letto e per i genitori diventa una “maratona” riuscire a farli addormentare o bambini che si svegliano ripetutamente durante la notte e poi hanno bisogno della presenza di uno dei genitori per potersi riaddormentare.

Queste situazioni, se protratte, per i genitori possono diventare difficili da sostenere soprattutto se si pensa che entrambi durante il giorno devono recarsi al lavoro e non hanno modo di recuperare le ore di sonno perse. È facile immaginare che i genitori siano più nervosi di quanto vorrebbero sia in casa sia fuori e che questo nervosismo sia percepito ed espresso anche dai bambini, rendendo così ancora più difficoltoso il riposo.

I bambini nei primi mesi di vita devono “prendere le misure” nel nuovo mondo; il loro sistema nervoso è ancora immaturo, quindi è normale che si sveglino più frequentemente di notte. Crescendo, poi attraversano periodicamente delle fasi (i dentini, l’inserimento al nido,…) che possono disturbare il loro sonno.

Generalmente i casi in cui si può parlare di un problema del sonno in un bambino e in cui può essere utile rivolgersi ad uno specialista per una consulenza sono principalmente i seguenti:

• il bambino ha dei tempi di addormentamento molto lunghi
• il bambino, quando si sveglia di notte, fatica a riprendere sonno e richiede la presenza di un genitore
• il bambino ha un sonno molto leggero e si sveglia ad ogni rumore
• il bambino ha bisogno della presenza di un genitore per riaddormentarsi

Riposare è importante. Riposare bene lo è ancora di più. Nei prossimi post sul sonno dei bambini vedremo qualche piccola strategia che può essere utile.